CULTURE DEL MONDO

conoscere, analizzare e interpretare

lunedì 5 novembre 2007

Il dramma di un uomo

Quella del "cecchino di Guidonia" è una triste storia: non soltanto di una comunità, quella di Guidonia per l'appunto, ma anche di colui che si è reso artefice di tale dramma. Il dramma che ha colpito coloro che a vario titolo si trovavano là, nel mirino dell'arma (o delle armi) di quest'uomo.
Un uomo e le sue vittime. Il loro dramma del quale non è ancora possibile dar spiegazione, ma del quale è sempre e comunque lecito porsi degli interrogativi: cosa ha spinto questa persona ad organizzare questa sua azione (individuale) e a seminare un simile terrore? Angelo Spagnoli è un ex capitano dell'esercito (foto Adnkronos), il quale si dice soffra (soffrisse da tempo) di problemi di natura psicologica (quali?) che con tutta probabilità ne hanno determinato la drammatica azione di alcuni giorni or sono.
Il problema è che la gravità di tale gesto non sia e non dovrebbe essere esclusivamente di natura giudiziaria, ma altresì di natura etica e morale: ossia risalire alle origini delle cause che il dramma lo hanno provocato, in luogo di quelle che sono le origini dei malesseri di colui che artefice si è reso dello stesso episodio. Non è possibile ed auspicabile, e ne meno plausibile che il tutto si risolva esclusivamente in un'aula giudiziaria, ma è quanto meno auspicabile indagare in termini sociali e culturali e di analisi di sistema, quel sistema che nella sua complessità è il frutto non semplicemente della "somma" culturale di individui (esseri umani), bensì il frutto del complesso sistema di relazioni culturali fra gli stessi.
Non si può continuamente concludere, ogni qual volta si verifichi un simil dramma, dando esclusiva parola e porre fine all'interno delle mura di un'aula giudiziaria: sarebbe questo il fallimento della nostra società e di ognuno di noi che individualmente ne costituiamo l'essenza, ognuno con la propria dignità di persona.
Per poter analizzare ed interpretare ciò ch'è accaduto in quel di Guidonia, prima di pensare ad una semplice condanna individuale, occorrerebbe tendere la mano a colui che se pur negativamente si è reso protagonista principale della scena (reato): solo così sarà possibile comprenderne le ragioni individuali, e partendo da queste, cercare di capire e spiegare il paradigma sociale (in senso generele, non esclusivamente locale) nel quale il dramma si è originato e consumato.
Solo allora potremo dire di aver vinto la nostra battaglia, non esclusivamente a livello giudiziario, ma altresì in termini culturali.
Non dobbiamo sentirci giudici o giudicati, bensì socialmente e culturalmente consapevoli del nostro vivere quotidiano con tutto ciò che comporta: la specularità del benessere e del malessere naturalmente presenti nel nostro sistema sociale.


J.P. Bourne



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